Carla Bedini è nata a Castellanza, vive e lavora a Felina di Reggio Emilia. Come scrive Angelo Mistrangelo nella presentazione del catalogo: “……La magia sospesa dei volti, degli sguardi, dei corpi degli adolescenti di Carla Bedini rappresentano il segnale di una ricerca in cui ogni gesto, ogni riferimento alla realtà contemporanea, ogni linea, diventa espressione di apparizioni misteriose.
C'è nei loro atteggiamenti, negli interni silenziosi e spogli, nel cromatismo degli abiti, il fascino segreto di un'interiorità complessa, l'inquietudine di un precoce decadimento fisico, la fragilità e l'ossessione di una raffinata ieraticità. Sogno e quotidianità, bellezza rarefatta e immobilità, attesa dell'evento e “suspense da favola”, come ha scritto Luca Beatrice per la mostra ai Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia, stabiliscono un rapporto immediato con l'osservatore, senza mai cadere in una evidente e gradevole la risoluzione dell'immagine, pur rivelando quell'essere misura e definizione di una femminilità immatura. E questi volti allucinati e attoniti ci riconducono alla fissità angosciosa e angosciante di Giacometti, alle figure surrealiste di Delvaux, a una visione che si lega ai versi «Insomnia» di Jorge Luis Borges, alla sequenza pulsante e simbolica del parola significativa e poetica di Jacques Prévert: «Tutto solo con tutti, tutto solo, disperato». L'artista castellanzese riunisce nello spazio della tela o del foglio di carta le sue sensazioni, le sue emozioni interiori, l'incanto di luci fredde che tremolano lungo profili e oggetti, in una sorta di narrazione suggestiva e inesauribile... ”
C'è nei loro atteggiamenti, negli interni silenziosi e spogli, nel cromatismo degli abiti, il fascino segreto di un'interiorità complessa, l'inquietudine di un precoce decadimento fisico, la fragilità e l'ossessione di una raffinata ieraticità. Sogno e quotidianità, bellezza rarefatta e immobilità, attesa dell'evento e “suspense da favola”, come ha scritto Luca Beatrice per la mostra ai Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia, stabiliscono un rapporto immediato con l'osservatore, senza mai cadere in una evidente e gradevole la risoluzione dell'immagine, pur rivelando quell'essere misura e definizione di una femminilità immatura. E questi volti allucinati e attoniti ci riconducono alla fissità angosciosa e angosciante di Giacometti, alle figure surrealiste di Delvaux, a una visione che si lega ai versi «Insomnia» di Jorge Luis Borges, alla sequenza pulsante e simbolica del parola significativa e poetica di Jacques Prévert: «Tutto solo con tutti, tutto solo, disperato». L'artista castellanzese riunisce nello spazio della tela o del foglio di carta le sue sensazioni, le sue emozioni interiori, l'incanto di luci fredde che tremolano lungo profili e oggetti, in una sorta di narrazione suggestiva e inesauribile... ”
( condivisione dal sito web " DanielaScarel.com ) pubblicazione delle immagini e informazioni, autorizzata dall'artista.
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