" Le mosche d'oro " 2014 di Agostino Arrivabene - " Pesante ho l'anima, di una tenebra perenne. "

giovedì 4 luglio 2024

Annalù Boeretto



















Annalù Boeretto, Artista

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Forme metamorfiche, architetture immaginarie liriche ed evocative caratterizzano l’ambiente in cui si muove la ricerca realizzata mediante l’assemblaggio e l’alchimia di resine sintetiche, vetro, carte e materiali. In tutte le tematiche affrontate vibra la Reverie, un deja-vu analitico che vuole trattenere il sogno e che caratterizza i non luoghi delle architetture d’acqua, il movimento delle esoteriche spirali di farfalle nelle opere mandaliche oppure il limbo che genera i libri di ghiaccio. Ciò su cui si pone l’attenzione è il momento di passaggio, di transizione tra uno stato e l’altro, fra realtà differenti mediante un equilibrio dinamico condividendo un atteggiamento molto vicino alla scienza alchemica volta alla trasmutazione di una materia in un’altra. L’opera racconta un tempo espanso in cui la forma ha il valore di un mandala e la percezione del tempo è dilatata. Le architetture naturali si smaterializzano in universi immateriali e leggeri, in impronte e memorie. Una scultura che è trasparenza e opacità, apparente fragilità strutturata con forte fibra invisibile; disgregazione e assemblaggio; materia che si smembra ed inchiostro che si liquefa.

Nell’opera c’è qualcosa di classico – nell’attraversare la storia dell’arte e di contemporaneo – nella mescolanza di rituali, simbologie, fasi e ricorsi, desiderio e bisogno, tempo smarrito e ripercorso, disponibilità ideologica e apprendimento di una rinnovata spiritualità. È costante il dialogo con la caducità del tempo nel quale le sculture dimorano, con i brandelli minuscoli e traumatizzati da un passato segreto per un’allegoria della fugacità della condizione umana come osmosi continua tra lontano e vicino, in equilibrio tra presenza e ricordo, riconoscibile e irriconoscibile, temporalità e atemporalità delle costellazioni del cosmo come delle particelle degli atomi.


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