Nicola Samorì
Disiecta
2005
***
" Che richiamo da parte a parte
Che traino, Nicola che dolce
violenta attrazione
e che corpo disfatto, che calpestata
viola,
che grido
di ricomposizione
sospeso trema
ai limiti e anche al centro
nel tessuto, nella pittura
qui di ogni esposto frammento?
Che lotta per riconquistare il cuore, Nicola, il nido
che solo in un corpo unito
e sempre in riunione, in fratturata
trazione, in corporale assemblea, può battere,
pulsare,
e finalmente vivere...
Non è a questo che tendono?
Alla vita? Ma cosa è
lei, vita?
nella loro distanza, nella loro
tenerissima ed esasperata istanza
nella chiesa isolata, stranita
i pezzi,
i pezzi, Nicola, che trovavi nella tua
guardiola di pittore che vede e stravede,
non tendono forse come appese
prede
alla vita che li chiama, a lei
che ovunque esclama e ovunque
maestosa, colpita incede?
( e no
non li lascia nemmeno
riposare nella loro perfezione
nemmeno nella possibile
presunzione di abile disegnatore)
e li trae, laceri come sono
usciti dalla sua mano...
Stessa mano di te, che acquisita
in anni di accurata
accademia ferita
ora si apre, mano di pittore lacerata
e immedesimata nella figura
che ne documenta la separazione e pure
si rovescia nella medesima mendicanza.
Poiché non c'e' vita senza un corpo,
non c'e' pittura senza icona.
Il corpo cerca la vita, e la figura
visibile smembrata grida
a quel che invisibile
la teneva unita,
e spingeva quasi come amante
amante contro il muro alla dura
e stupita esistenza
così la pittura cerca l'icona
amante che più ancora si ossessiona
cerca la vita
che nell'immagine non s'abbandona.
Eccole , espostele reiette, le disiecte,
le inferme, e mai ferme membra.
Eccole, noi, loro -
il loro aperto
coro... "
Davide Rondoni
quasi una lettera in versi a Nicola Samorì in occasione di
Disiecta Membra, Galleria L'Ariete artecontemporanea di Bologna 2005
dal libro: - Rispondimi, Bellezza
Pellegrini Editore