" Le mosche d'oro " 2014 di Agostino Arrivabene - " Pesante ho l'anima, di una tenebra perenne. "

mercoledì 26 marzo 2025

" I Pittori della Luce " a cura di Vittorio Sgarbi 2021 - La Cavallerizza di Lucca

 









 
 

 

Mostra “I Pittori della Luce. Da Caravaggio a Paolini” a cura di Vittorio Sgarbi, presso la Cavallerizza di Lucca 
(8 dicembre 2021 > 2 ottobre 2022).


«La mostra parte dalla rivoluzione di Caravaggio, indiziaria, con la presenza di un’opera assai notevole come il Cavadenti, sulla quale, per taglio e genere, sicuramente Paolini dovette riflettere, testimoniando la più integrale coerenza tra i pittori di luce»
Vittorio Sgarbi


Lucca ospita una mostra impossibile, capace di raccontare attraverso i capolavori del Seicento il ruolo della luce nella pittura da Caravaggio, il primo regista della storia dell’arte, fino a Pietro Paolini, protagonista lucchese della nuova scuola naturalistica.

Caravaggio è così grande perché tutto, nei suoi dipinti, dalla luce al taglio della composizione, fa pensare a un’arte che riconosciamo, a un calco di sensibilità ed esperienze che non sono quelle del Seicento ma quelle di ogni secolo in cui sia stato presente e centrale l’uomo. Paolini ne riprende la luce dai toni caldi che illumina le scene prevalentemente invase da soggetti del popolo nelle medesime ambientazioni di Caravaggio.

Tra gli artisti esposti: 
 
Caravaggio, Pieter Paul Rubens, Pietro Paolini, Jusepe de Ribera, Mattia Preti, Matthias Stomer, Pietro Ricchi, Trophime Bigot, Giovanni Serodine, Giovanni Domenico Lombardi, Orazio Gentileschi, Orazio Riminaldi, Orazio Borgianni, Giovanni Baglione, Bernardino Mei, Paolo Biancucci, Rutilio Manetti, Niccolò Tornioli, Bartolomeo Manfredi, Giovanni Francesco Guerrieri, Simone del Tintore, Francesco Rustici, Bernardino Santini, Antiveduto Gramatica, Valentin De Boulogne, Antonio Gherardi, Cecco del Caravaggio, Tomaso Salini, Baccio Carpi, Angelo Caroselli, Pseudo Caroselli, Pietro della Vecchia, Girolamo Scaglia, Giovanni Coli e Filippo Gherardi, Paolo Guidotti, Paolo Biancucci, Giovanni Battistello detto Caracciolo, Pietro Sigismondi, Alessandro Turchi detto l’Orbetto.


 



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martedì 18 marzo 2025

Katsushika Hokusai ” Il Fiume Gioiello In provincia di Musashi ”


 

“Il ragazzo sentì che esisteva un perfetto accordo fra lui e quella opulenza della natura circostante. Trasse un profondo respiro e fu come se una parte di quell’invisibile che costituisce la natura avesse permeato l’intimità del suo essere. Sentiva il fragore delle onde che si frangevano sulla spiaggia ed era come se il battito del suo sangue giovane fosse sincronizzato col movimento delle grandi maree.”

" La voce delle onde " di Yukio Mishima

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Katsushika Hokusai, Artista
” Il Fiume Gioiello In provincia di Musashi ”

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Carla Bedini " La mia anima è vento "








Carla Bedini, Artista
" la mia anima è vento "


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" in questo corpo da lavoro
cerco di descrivere l'arazzo del cuore
una collezione di anime
una storia di morti e nascituri
un giardino ideale
un paradiso in questo orto di terra
e lacrime che sono la pioggia delle nostre nuvole
parole di nebbia con cui non vediamo
dentro i nostri desideri e le paure
i millebaci fioriti sul viso in disegni di libellule
mentre le mani agitano i pollini
dei mille segreti che sussurriamo al vento
le leggende del passato che ancora sono il nostro presente
e vivono nell'essenza di ogni petalo dei sensi
non c'è schema che non sia scherma
con cui il cuore salva il suo e nostro mistero
una galassia e una matassa vorticosa di energia
e non una emozione gli basta
non sono semplici meccanismi per lui i sentimenti
e per questo azzarda la rincorsa fino a perdita di fiato
fino a perderci anche la vita
perché sta in quella passione
tutto il colore di ogni attimo imperdibile "

" SCRIVERE IL GRANDE VETRO. "
Fernanda Ferraresso


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Agostino Arrivabene " Ritratto di Marco Mazzoni " 2010, olio su tavola




" Ritratto di Marco Mazzoni " 2010, olio su tavola

Agostino Arrivabene, Artista


***

" Non posso scorgere quali fiori siano ai miei piedi,
né quale soave incenso sia sospeso ai rami,
ma, nelle profumate tenebre, indovino ogni dolcezza
di cui il mese propizio fa opulente
l'erbe, l'arbusto, e il frutice selvaggio;
candido biancospino, rosa di macchia pastorale;
viole, presto avvizzite, nascoste tra le foglie;
e la maggior figlia del colmo del maggio,
la rosa muschiata in boccio, piena di rugiadoso vino,
mormorante asilo d'insetti nelle sere estive. "

" Ode a un Usignolo "
John Keats


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Marco Mazzoni " OBSESSION II " 2022





" e volevo solo immaginarti
allungarmi fino all’orlo essere
il limite di me stessa la pausa
di questa attesa senza fine
dove si nasce e si muore
senza sapere mai dove e perché
senza lasciare mai niente senza lasciarsi
mai
senza andare mai
se non in quel respiro
quando nessuno vede "

Fernanda Ferraresso

***
" OBSESSION II " 2022
Marco Mazzoni, Artista


L Gallery
CREATIVE ART SPACE - Hiroshima
Giappone

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Galleria Giovanni Bonelli


Comune di Milano - Cultura
Comune di Milano
Comune Di Pietrasanta
Regione Lombardia
Regione Toscana
Ministero della Cultura


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Agostino Arrivabene


" Il rizoma di Pugin 2 " 2016
Agostino Arrivabene


" La visione di Iren " 2011
Agostino Arrivabene


" Ctesia Panax " 2012
Agostino Arrivabene


" dettaglio Ctesia Panax " 2012

 

“Miglioro ciò che è urgente dentro di me. A volte traduco ciò che la mia essenza richiede in atmosfere oscure. Elevo i valori umani universali a immagini, o simboli, o meglio, archetipi che trasfigurano la realtà attraverso un linguaggio legato ad antichi misteri, come i Misteri Eleusini…”

Agostino Arrivabene, Artista

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Comune di Pandino
Regione Lombardia
Ministero della Cultura
Comune di Rivolta d'Adda
Comune di Milano - Cultura
Comune di Milano

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Agostino Arrivabene " I Figli della Notte " 1993







Agostino Arrivabene
" I Figli della Notte " 1993
Collezione Privata

* Contemplazioni *
Mostra a cura di Vittorio Sgarbi
2019 
MuSa - Museo di Salò (BS)

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" Madre de’ dolci affetti, e dolce cura
Dell’uom che varca pellegrino errante
Questa valle d’esilio e di sciagura;
Vuoi tu, diva Bellezza, un risonante
Udir inno di lode, e nel mio petto
Un raggio tramandar del tuo sembiante?
Senza la luce tua l’egro intelletto
Langue oscurato, e i miei pensier se ’n vanno
Smarriti in faccia al nobile subbietto.
Ma qual principio al canto, o dea, daranno
Le Muse? e dove mai degne parole
Dell’origine tua trovar potranno?
Stavasi ancora la terrestre mole
Del càos sepolta nell’abisso informe,
E sepolti con lei la luna e il sole;
E tu, del sommo facitor su l’orme
Spazïando, con esso preparavi
Di questo mondo l’ordine e le forme.
V’era l’eterna Sapïenza, e i gravi
Suoi pensier ti venia manifestando
Stretta in santi d’amor nodi soavi.
Teco scorrea per l’infinito; e, quando
Dalle cupe del nulla ombre ritrose
L’onnipossente creator comando
Uscir fe’ tutte le mondane cose,
E al guerreggiar degli elementi infesti
Silenzio e calma inaspettata impose,
Tu con essa alla grande opra scendesti,
E con possente man del furibondo
Càos le tenebre indietro respingesti,
Che con muggito orribile e profondo
Là del creato su le rive estreme
S’odon le mura flagellar del mondo;
Simili a un mar che per burrasca freme,
E sdegnando il confine, le bollenti
Onde solleva, e il lido assorbe e preme.
Poi ministra di luce e di portenti,
Del ciel volando pei deserti campi,
Seminasti di stelle i firmamenti. "

La Bellezza dell'Universo (1891)
Vincenzo Monti

Il poema si propone di cantare la Bellezza dell’universo, ch’egli invoca diva ausiliatrice . Ma donde il principio? Dalla creazione del mondo, quando la Bellezza, posti in pace i discordi elementi del càos, seminò il cielo di stelle, coronò di lampi il sole, della luna fece dono alla notte ed empí il grembo dell’aurora di rose. Venne poi alla terra; e fece nascere prima le erbe, i fiori, le piante ; poi gli animali feroci e i domestici gl’insetti, i vermicciuoli e i pesci . Ma che? Bellezza si manifesta anche nei nevosi monti, e sul giogo del fumante Etna, e ne’ venti e nelle tempeste, e ne’ tuoni e ne’ baleni: ivi però la scorgono solo i sapienti, che i fenomeni naturali studiano con occhio indagatore . E chi potrà dir degnamente delle bellezze dell’uomo, s’è la piú bella delle cose create e chiude in sé uno spirito immortale.


Ana Schmidt


" Bad Seed "
162x115
acrylic on canvas 



"Dead End "
acrylic on canvas
164x114



"Diptych Urban Landscape"
40x23
acrylic on canvas


"Drowning Dogs "
104x114
acrylic on canvas


"Eroded territory "
165x145
acrylic on canvas


"Fences and Barriers "
73x54
acrylic on canvas


"Ofelia "
54x73
acrylic on canvas


"This is not Graffiti I "
189x189
acrylic on canvas


"This is not Graffiti II "
189x120
acrylic on canvas


"Wasteland "
38x27
acrylic on canvas

Biografia
 
Nata a Bochum, in Germania, Schmidt ha incontrato frequenti traslochi. La sua famiglia si trasferì in Vietnam e Thailandia prima del suo sesto compleanno.
Durante la sua giovinezza, ha studiato con vari istruttori d'arte e quando è arrivato il momento di intraprendere un percorso professionale, ha optato per una specializzazione in architettura presso l'Università Politecnica di Barcellona.
Schmidt ha ricevuto numerosi premi. Nel 2018 ha ricevuto il prestigioso Columbia Threadneedle Prize for Figurative Art.
Inoltre è stata premiata con vari premi presso l'Art Renewal Center Salon.
I suoi lavori sono stati esposti a livello internazionale in mostre personali e collettive, tra le altre, da Sotheby´s e Salmagundi Club a New York, alle Mall Galleries nel centro di Londra, a NordArt in Germania, al MEAM di Barcellona e durante la Biennale di Venezia. in Italia.

Ana Schmidt, Artista 


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venerdì 14 marzo 2025

Alfio Giurato





















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" La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo."
(Albert Camus)

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Nato a Catania nel 1978, si diploma in pittura nel 2005 presso l’Accademia di Belle Arti di Catania con il massimo dei voti.
Sin dall’inizio del suo percorso dimostra una forte attrazione e ammirazione per la grande statuaria greca, di cui ne apprezza l’alto livello di perfezione e virtuosismo formale. Approfondendo gli studi sul Rinascimento italiano, incontra uno degli artisti più emblematici della storia dell’arte: Michelangelo Buonarroti.
L’attenta analisi del corpus delle opere del Buonarroti, evidenzia, soprattutto nelle opere più mature, la disgregazione della superficie, il disfacimento della pelle e l’emergere, il riaffiorare, finalmente, delle passioni, i tanto acclarati moti dell’animo.
L’osservazione poi di artisti come Medardo Rosso, Alberto Giacometti, Rodin, Claudel, che confermeranno l’intuizione del maestro del rinascimento, lo aiuteranno a capire come la corruzione della forma, dibattuta tra apollineo e dionisiaco, possa direzionare la sua ricerca verso quelle tensioni che esprimono l’essenza dell’animo umano.
Coerentemente a questo, quindi, le figure, inizialmente modellate seguendo le indicazioni delle luci e delle ombre così care al recupero della matrice classica, si arricchiscono di graffi, grumi di materia, strappi e soluzioni formali indefinite che cercano di restituire alle stesse il dubbio, l’apatia, l’alienazione e quel sentimento nichilista così presente nei nostri giorni.
L’utilizzo delle spatole restituirà un impasto denso e voluminoso che sostituirà in gran parte la pasta levigata dall’utilizzo del pennello e affiderà alle superfici non addomesticate e lisce, ma ruvide, la verità che sta oltre le stesse.



Rappresentato: 

Galleria Nuovospazio artecontemporanea Piacenza di Loretta Molinari
MACS Museo Arte Contemporanea Sicilia
Romberg Arte Contemporanea